Anche se una lontana leggenda vorrebbe che fosse stato direttamente Carlo Magno a coniare il termine di Franciacorta per questo angolo di Toscana trapiantato in territorio bresciano, la realtà è ben altra, e ricorda che queste terre erano libere ("curtes francae" appunto), le comunità di monaci benedettini insediati in tali zone erano infatti state esentate dal pagamento dei dazi ai signori ed ai vescovi, perché erano dedite alla bonifica dei territori ed all’agricoltura che insegnavano alla gente. Questa ricchezza legata alla terra è una delle priorità della Franciacorta, ormai celebre in tutto il mondo per il suo Bollicine: è impensabile compiere un viaggio in questa zona senza una visita con degustazione in una delle numerose, rinomate cantine che producono il Franciacorta DOCG e il Curtefranca doc (appellativo ricevuto dal 2006 per i rossi e bianchi fermi).
A ciò si può abbinare un percorso (in pullman prevedendo soste nei punti più significativi) attraverso i dolci declivi ricoperti di vigneti, chiese, palazzi lussuosi, e castelli. Primi fra tutti i castelli di Passirano, costruito nel X secolo e trasformato nel XIII e XIV, e il castello di Bornato che all’interno custodisce Villa Orlando, caso rarissimo di villa rinascimentale costruita all’interno di un castello medievale. Tra i palazzi vanno almeno citati villa Lechi ad Erbusco, di stile palladiano, fatta edificare con ogni probabilità verso la fine del XVI secolo, dai Martinengo che è architettonicamente la più singolare tra le ville della Franciacorta. Per quanto riguarda le chiese, sono numerose quelle degne di nota: tra le Pievi quelle dedicate alla Vergine di Erbusco e Gussago, Santa Maria in Favento ad Adro, la Madonna della Neve di Adro.